Melania Trump in Africa: critiche per l’elmetto in stile coloniale indossato durante un safari

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Ancora una volta Melania Trump si trova al centro di una serie di polemiche per il proprio abbigliamento. Questa volta, a destare indignazione, non sono stati i tacchi alti, come era accaduto in Texas, dopo il terribile passaggio dell’uragano Harvey, bensì un cappello bianco alla Bogart ed un completo maschile, indossati nel suo primo viaggio internazionale da sola in Africa, ovvero in un paese in cui le donne vengono escluse dal governo e non hanno ancora alcun potere decisionale.

L’importanza della “diplomazia dell’abito”

Negli ultimi anni ha preso piede, almeno tra le figure di rilievo del panorama mondiale, quella che è stata ribattezzata “la diplomazia dell’abito”, che prevede di indossare creazioni di stilisti nazionali in patria e di designer locali all’estero. Tuttavia, l’aspetto più importante di questo galateo istituzionale è quello di rispettare, anche con l’abbigliamento le tradizioni, non solo culturali, ma anche religiose del paese in cui si soggiorna.

Infatti, Michelle Obama, quando era first lady indossava, quasi sempre, abiti di brand americani e Letizia Ortiz veste prevalentemente Felipe Varela, un noto designer spagnolo. Ma non basta: Megan Markle, la neo sposa del principe Harry, in occasione della visita in Irlanda, ha indossato un abito verde, che è il colore nazionale.

La consorte di Trump, dal canto suo, non sembra essere troppo attenta a questa regola non scritta relativa all’abbigliamento, per la quale è stata più volte criticata, anche in passato. Semplicemente Melania indossa quello che più le piace, senza temere troppo le possibili conseguenze.

Melania abbandonata dagli stilisti

Tuttavia, al di là delle negligenze da parte dell’attuale first lady, bisogna ricordare che fin dall’elezione del marito alla presidenza americana, la bella ex modella è stata abbandonata da numerosi stilisti, che non volevano essere associati al pensiero politico di Trump. Infatti, subito dopo l’insediamento alla Casa Bianca del nuovo presidente Sophie Theallet, la stylist di Michele Obama, ma anche Marc Jacobs e Tom Ford, avevano tirato i remi in barca, dichiarandosi fin da subito non disponibili nei confronti di Melania.

Del resto, i designer che sono rimasti affianco della figura femminile più importante degli USA sono stati aspramente criticati, come è accaduto con Dolce&Gabbana, il marchio italiano, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Infatti, la moglie di Trump, per la festa di Capodanno 2017 al Mar-a-Lago di Palm Beach, aveva deciso di indossare una meravigliosa creazione del brand, scatenando le ire degli haters, che non le hanno mandate a dire ai 2 stilisti italiani. Ai commenti negativi, Domenico Dolce e Stefano Gabbana avevano replicato che la first lady si era comprato l’abito personalmente e che loro non ne sapevano nulla.

Gli scivoloni della first lady

Una delle cadute di stile di Melania che hanno fatto più discutere, si è verificata in Texas, quando la first lady si è presentata in un centro di accoglienza per bambini immigrati con un parka, che riportava sulla schiena la scritta: “Non mi importa nulla. E a te?”.

Inoltre, sempre in Texas, aveva presenziato in una zona devastata dall’uragano Harvey, calzando tacchi a spillo marcati Manolo Blahnik.

L’ultima polemica, invece, riguarda il safari all’interno del Parco Nazionale di Nairobi, in occasione del quale Melania si è presentata con un elmetto, che ricordava quello utilizzato dagli inglesi durante il periodo coloniale. L’ex modella, per rispondere alle critiche che le sono state mosse ancora una volta per il mancato rispetto della regola non scritta della diplomazia dell’abito ha affermato: “Vorrei che la gente si concentrasse su quello che faccio, non sui vestiti che porto”. Purtroppo, però, la first lady e tutte le altre figure di spicco dl panorama mondiale comunicano anche con i loro outfit.